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KARIM RASHID.

 

Veste sempre in bianco, adora il fucsia e firma quasi tutti i suoi oggetti con una tonalità di rosa shocking, il suo colore preferito.

Newyorkese di origine egiziana, il poeta della plastica come lo ha definito il Time, ha conquistato il mondo con i suoi oggetti dal design fluido, organico, morbido e sensuale.

Dall’interior design ai mobili, dai flaconi di detersivo agli oggetti per la tavola, dagli accessori moda ai CD musicali (tratti dalle sue performance come Dj) tutto nelle sue mani si trasforma in design.

Più di 3000 disegni in produzione, più di 300 premi e progetti in più di 35 paesi. La sua opera è rappresentata in 20 collezioni permanenti esposte in gallerie d’arte internazionali tra i quali il MoMA di New York, ed è un inesauribile vincitore della Red Dot Award, Chicago Athenaeum Good Design Award, I.D Magazine Annual Design Review ed IDSA Industriale Design Excellence Award.

Le aziende per cui ha lavorato sono davvero troppe per citarle tutte, così come i musei che ospitano suoi progetti, o i premi che ha vinto nella sua carriera. In italia collabora con molte firme importanti tra cui Bonaldo, Edra, Fasem, Foscarini, Artemide; Kundali, magis, Zanotta e Scavolini. Il suo design, da lui stesso definito democratico, è un modo per rendere attraverso le tecnologie di produzione, gli oggetti di uso comune delle piacevoli esperienze sensoriali, accessibili tuttavia non a tutti. Il suo desiderio è vedere la gente vivere il ritmo del nostro tempo, emancipandosi dalla nostalgia e dalle tradizioni antiquate.

I suoi progetti nascono da aspirazioni, bisogni, necessità, senza mai essere superficiali anzi ponendo l’accento sullo stile e considerando a come forme materiali e colori creino degli effetti emozionali sugli individui. Gli oggetti che Rashid disegna devono invece comunicare, far sognare, pur rimanendo nel profondo essenzialmente minimalisti. Il nocciolo del suo stile che Rashid definisce “Minimalismo sensuale o Sensualismo”. Gli oggetti che disegna parlano in modo semplice e diretto senza nulla di superfluo.

I suoi lavori sono una sintesi perfetta tra organicità e geometria pura, tra tecnologia e materia come la bambola una sedia di design a tiratura limitata (euro 2.500,00 circa) con struttura in metallo a rete e fili cilindrici pieni , lontana dalla produzione industriale e dal contract outdoor, con la freschezza e la leggerezza tipica delle sedie da giardino francesi e al contempo la ieratica immagine delle icone russe.; o il tavolino per il salotto dove l’unione di differenti trasparenze del materiale vetro, permettono al singolo complemento d’arredo di diventare un prodotto di tre elementi triangolari smussati incastrati tra di loro.

E come il designer dice nel suo libro ” I wanto to change the world” ” se la natura umana è quella di vivere nel passato, allora cambiare il mondo significa cambiare la natura umana. Con il design ovviamente disseminati in tutti i continenti.

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