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13. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA

13. Mostra Internazionale di Architettura

 

I Giardini, l’Arsenale e il centro storico di Venezia sono la location della 13esima Mostra internazionale di Architettura diretta da David Chipperfield presieduta da Paolo Baratta. La mostra, con vernice avvenuta il 27 e 28 agosto 2012, si protrarrà fino a domenica 25 novembre 2012 ed è stata affiancata da 55 partecipazioni nazionali, tra cui presenti per la prima volta 4 nazioni quali: Angola, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Perù.

Il Padiglione Italia all’Arsenale è organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee.

La manifestazione ha come tema “COMMON GROUND”, un titolo che vuole essere metafora del terreno di attività dell’architettura. La 13. Mostra Internazionale di Architettura rende quindi omaggio a una cultura architettonica vitale e interconnessa che s’interroga sui territori condivisi, intellettuali e fisici favorendo la collaborazione e il dialogo tra i partecipanti. Common Ground forma un unico percorso espositivo e David Chipperfield, una personalità che coltiva una visione molto intensa dell’architettura proiettata verso un dialogo tra gli architetti della generazione presenta e passata e i loro punti di riferimento, presenta nel corso di questi quattro mesi una Mostra con 69 progetti realizzati da architetti, fotografi, artisti, critici e studiosi.

I nominativi presenti sono in totale 119. L’ambizione di Common Ground è soprattutto quella di riaffermare l’esistenza di una cultura architettonica costituita non solo da singoli talenti, ma anche da un ricco patrimonio d’idee differenti riunite in una storia comune, in ambizioni comuni, in contesti e ideali collettivi.

La lista dei partecipanti rappresenta, infatti, una ricca cultura della differenza, piuttosto che una selezione di singoli eccellenti partecipanti o selezione esclusiva di progetti in base a gusti personali. Ai partecipanti è data l’opportunità di illustrare il proprio lavoro all’interno di un contesto più ampio della pratica architettonica, non soltanto come dimostrazione di talento individuale in quanto l’architettura è lo strumento per realizzare quella res publica che è luogo dei singoli che appartiene a tutti, essa è l’Artemide che metamorfizza la proprietà privata in bene pubblico.

L’architettura infatti richiede collaborazione. È difficile pensare ad un’attività pacifica che attinga da così tante e diverse partecipazioni e aspettative. Coinvolge forze commerciali e visione sociale, deve fare i conti con le richieste delle istituzioni e delle grandi aziende, e con i bisogni e i desideri dei singoli. Che lo si puntualizzi o no, ogni grande costruzione è una straordinaria prova dell’abilità dell’uomo a unire forze per realizzare qualcosa per conto di altri.

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