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Rimini, Teatro Galli: l’inaugurazione dopo 75 anni

A Rimini riapre il Teatro Galli

Si alza il sipario dopo 75 anni

Il gioiello architettonico riminese è tornato a nuova vita

Teatro Galli – Il 28 dicembre 1943 la città romagnola venne devastata dalle bombe. Ora, finalmente, il gioiello architettonico riminese è tornato a nuova vita.

La città di Rimini si è riappropriata del “Teatro Amintore Galli”, lo spazio chiuso 75 anni fa, e lo ha fatto la sera del 28 Ottobre 2018 con una vera e propria festa cominciata sulle note di Gioacchino Rossini e una rappresentazione in forma semiscenica de “La Cenerentola” interpretata anzi, incarnata, dalla madrina della serata Cecilia Bartoli, stella della lirica mondiale nata a Roma ma particolarmente legata alla città che ha dato i natali a suo padre.

Tanti i riminesi accorsi ad assistere a questa emozionante “prima”. La sala ha accolto 826 ospiti e all’esterno è stato allestito un maxischermo da 30 metri. “Torna la musica, torna la vita anche se forse non se ne era mai andata”, ha sottolineato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. E ancora: “Il Galli nasce per andare oltre, sarà un centro di formazione, una fabbrica culturale di una città che vuole stare nel presente e nel futuro”.

Il “Galli” è considerato il gioiello architettonico nato a metà Ottocento dall’estro dell’architetto modenese Luigi Poletti, che lo progettò giusto in tempo per ospitare la prima rappresentazione, nel 1857, dell’”Aroldo” di Giuseppe Verdi.

Il restauro della struttura affacciata su Piazza Cavour ha visto un investimento di oltre 36 milioni di euro: 31,7 messi a disposizione dal Comune e 4,7 dalla Regione Emilia-Romagna.

Oltre alla sala principale, il nuovo Galli potrà contare su altre 8 sale più piccole che verranno utilizzate per le prove, per la danza e altre attività.

Per celebrarne il ritorno, un calendario ricco di eventi: il prossimo 3 novembre toccherà  alla danza, con Roberto Bolle and Friends e poi, il 10 e l’11 dicembre a Valery Gergiev e ai complessi del Mariinskij di San Pietroburgo per il “Simon Boccanegra” di Verdi.