INFORMAZIONI MAGAZINE

ISCRIVITI
ALLA NOSTRA
NEWSLETTER

E ricevi in omaggio il nostro magazine sfogliabile

Chef Elio Orsara: la Calabria in Giappone.

L’intervista allo Chef Elio Orsara, ambasciatore del made in Italy nella patria del sushi. Di Angela Altomare.

www.toplook.it elio orsara (2)

In Giappone ci sono più di settemila ristoranti italiani, solo a Tokio più di mille. Lo sa bene lo Chef Elio Orsara, ambasciatore nella patria del sushi del cibo made in Calabria. Un amore quello per la cucina del Bel Paese,che lo ha portato in giro per il mondo. Dall’ Italia all’America, passando per l’ Inghilterra e la Spagna, fino ad approdare in Giappone.

Dal 1996, infatti , è proprietario di “Elio Locanda Italiana”, uno dei ristoranti più famosi della capitale nipponica. Un luogo, come dice egli stesso, nel quale poter “ Mangiare, bere, cantare e gustare l’Italia”.

www.toplook.it elio orsara (5)

Una passione quella per il cibo ereditata dalla nonna Luigina, che a Cetraro (CS), paese nel quale Elio Orsara è cresciuto fino all’età di 17 anni, aveva una locanda. “Da lei ho imparato –ricorda ancora oggi -che non c’è cosa più bella che prendersi cura delle persone. Trattava i suoi clienti molto più che come ospiti o familiari. Li trattava proprio come dei figli. Alla locanda si respirava un’atmosfera indescrivibile, carica dell’allegria delle persone che la riempivano ogni giorno. Una gioia che mi ha sempre dato grande forza ed energia positiva”.
Elio Orsara, cosa piace ai giapponesi della cucina del nostro Paese, e in particolare di quella calabrese? I giapponesi amano l’Italia per il suo immenso e ineguagliato patrimonio culturale. Ovviamente, la cultura di un popolo sta sopratutto nella proprie radici culinarie . A differenza della cucina francese, che viene associata dai più ad un mondo più chic e se vogliamo snob, quella italiana è apprezzata per la qualità del prodotto. Anche la cucina calabrese è semplice, basata più sul prodotto stesso che su condimenti e salse, e i giapponesi la amano per questo. Questo è stato uno dei motivi che mi ha permesso di ricreare un vero e proprio mondo, una piccola Calabria a Tokyo.
Che cosa rappresenta il Giappone per lei? Una grande sfida intrapresa da ragazzo. Cresciuto in un piccolo paese in riva al mare, ho sempre covato in me una voglia di conoscere ed esplorare mondi nuovi. Da ragazzo il mio sogno era l’America, ma una volta lì sono stato disilluso soprattutto dalla “non cultura” di quel Paese, soprattutto culinaria. Si può dire che sono arrivato in Giappone per caso, ed ho scoperto un mondo meraviglioso, con una lunghissima tradizione alimentare , che ripone un’attenzione maniacale per ogni minimo dettaglio. Dalla scelta dell’ingrediente alla presentazione finale, come se ogni piatto fosse un’opera d’arte. Non potevo non rimanerne affascinato.
Perché la tradizione culinaria italiana riscontra così successo all’estero? Perché è basata sul concetto di famiglia. I nostri piatti li può mangiare chiunque, tutti i giorni, per la grande varietà di prodotti e di modi di prepararli. L’Italia è un insieme di micro culture culinarie completamente diverse tra loro. Questa la nostra forza e la nostra bellezza: la ricchezza e la qualità dei prodotti di base della nostra cucina, come i formaggi, i salumi, ecc.
Elio Orsara, qual è il piatto italiano più richiesto dai giapponesi? Nel mio ristorante creiamo delle specialità giornaliere in base agli ingredienti che reperiamo sul mercato. Uno dei piatti più richiesti è una pasta fresca che produciamo nei nostri laboratori con cipolla rossa di Tropea, alici e Greco bianco: molto semplice, ma fa letteralmente impazzire i giapponesi! O ancora, i nostri fusilli con ricotta fresca fatta in casa e ‘nduja: una nostra creazione forte e’ delicata che piace molto ai nostri clienti.
Cosa non manca mai nella sua cucina? Una volta il mio amico Enzo Monaco, presidente dell’Accademia Italiana del peperoncino, di cui io sono presidente per la sede giapponese, mi disse che un vero calabrese ha sempre un peperoncino in tasca. Io sono d’accordo con lui solo in parte: per me, un vero calabrese ha sempre l’ospitalità a portata di mano. Nel suo ristorante ospita spesso personaggi famosi. Da quelli del mondo della moda come Re Giorgio e Paolo Zegna ai piloti della Formula 1, come Barrichello e Schumacher.
Cosa la colpisce di questi personaggi? In Giorgio Armani ho scoperto una persona eccezionale, si può dire anche timida, ma ovviamente con un grande amore per l’Italia. In questi giorni mi sto deliziando della compagnia del Mister Zaccheroni, allenatore della Nazionale Giapponese ,che mi ha confessato di aver avuto la sua più bella esperienza da allenatore proprio in Calabria, e che ancora oggi parte del suo staff tecnico e’ formato proprio da calabresi! Il Giappone e’ molto lontano dall’Europa, e gli italiani che vengono qui cercano molto il contatto umano, e un calabrese a Tokyo ovviamente desta molte curiosità.
Le capita spesso di tornare in Italia? Almeno quattro volte l’anno. Sia per affari, poiché sono sempre alla ricerca di prodotti buoni e originali da riproporre sul mercato giapponese (al momento rappresento più di 12 aziende calabresi qui in Giappone), sia per affetto: la mia e’ una famiglia calabro-giapponese, e specialmente i miei figli devono crescere apprezzando e conoscendo le loro radici e la cultura calabrese.
Cosa le manca di più della sua terra d’origine? Mi manca molto sedermi sul balcone della mia casa a Cetraro e guardare l’orizzonte e il mare di notte con le sue lampare. E poi mi mancano le grida degli amici che mi chiamavano dalla finestra per andare a giocare a pallone.

Written by