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La Madia: dove la cucina è magia.

La Madia: dove la cucina è magia.

La Madia: dove la cucina è magiaUn’unica sala, essenziale ma accogliente, comode sedie in pelle, alle pareti, dalle calde tinte mediterranee, belle foto d’autore .
In tavola va in scena la cucina della Grande Sicilia che lo chef-patron, Pino Cuttaia, consapevole della propria tecnica affinata con importanti esperienze, (Il Sorriso a Soriso, Novara; Il Patio a Pollone, Biella), propone in maniera semplice ed accattivante.
Lontana dai grandi flussi turistici, sulla costa siciliana tra il barocco ragusano e i templi di Agrigento, Licata, una terra ricchissima, con case senza intonaco e ferri che sporgono dai solai in attesa di un altro piano, di chiassose insegne di supermercati e di venditori ambulanti che si “sudano la giornata”, ospita il ristorante La Madia.
Un nome che evoca i “tesori” gastronomici custoditi nelle madie (dal nome della credenza, il mobile-piattaia), dove per entrare bisogna bussare e attendere che il personale apra la porta.
Sensibilità, creatività e memoria sono alla base delle ricette di Pino Cuttaia e costituiscono l’essenza di una nuova cucina, che parte dalla tradizione siciliana, dove le certezze di sempre – arancini, couscous, cannoli – trovano nuove forme e declinazioni, che esalta le caratteristiche e le qualità di ogni singolo prodotto, rispettandone la stagionalità.
Ed ecco che per magia, Pino Cuttaia riporta alla luce tutto ciò che la tradizione ha regalato alla sua terra, ed attraverso una veste nuova, fa rivivere sapori perduti nella memoria: fette di pagnotta con fichi, pistacchi e mandorle; “michette” ricoperte di sesamo; focaccine all’olio; pane alla cipolla; un’apparente mozzarella di bufala poggiata su una panzanella al pomodoro con pesto di basilico; tenerissimi tentacoli di polpo verace allo spiedo insaporiti da una passatina di ceci con crema di mandarino; il baccalà affumicato alla pigna accompagnato da un sugo di pizzaiola; u’rancino condito con un ragù di triglia accompagnato da una salsa di finochietto selvatico; la parmigiana di melanzane accompagnata da ricotta, pomodorino e formaggio ragusano dop.
Una cucina della memoria che ha riscosso successi unanimi di critica e di pubblico, premiata dalle migliori guide italiane Michelin, l’Espresso, Gambero Rosso.

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