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Staminali no… allora reprogramming cellulare

Staminali no…  allora reprogramming cellulare

Uso di cellule riprogrammate per test, per correzione genica e reimpianto in pazienteLo studio e la cura di malattie come Sclerosi Multipla, Alzheimer e Cancro mediante l’utilizzo di cellule staminali embrionali, genera controversie e problemi etici riguardo la provenienza di queste cellule.
Ottenere cellule con caratteristiche di “staminalità” a partire da cellule differenziate tramite la riprogrammazione potrebbe rappresentare un metodo alternativo per arrivare allo stesso risultato.
Nel nostro corpo ogni tessuto è composto da cellule che hanno raggiunto un differenziamento tale da comporre solo quel tipo di organo senza poter cambiare il proprio destino. Durante la vita embrionale invece le cellule sono in forma immatura e quindi possono decidere come differenziarsi.
Il primo che dimostrò la possibilità di “ far ringiovanire” una cellula differenziata ad uno stadio più simile a quello embrionale fu Sir John Gurdon, nel 1962, stabilendo la reversibilità della specializzazione cellulare.
40 anni dopo Shinya Yamanaka, nel 2006, dimostrò che questa inversione si poteva ottenere introducendo all’interno di una cellula solo pochi geni. Yamanaka utilizzò cellule di pelle già differenziate e, aggiungendo solo 4 geni (Klf4, Sox2, c-Myc e Oct4), le rese capaci di comporre altri tessuti (pluripotenti).
Queste cellule chiamate iPS (induced pluripotent stem) hanno la capacità di diventare qualunque altro tipo di cellula, da cardiaca a neuronale, ricreando attorno ad esse l’ambiente di appartenenza, cioè mettendole a contatto con i giusti “cocktails” di fattori di crescita.
Entrambi gli scienziati hanno ottenuto per queste scoperte il Nobel per la Medicina nel 2012 e grazie alle loro ricerche numerosi gruppi si stanno impegnando per esplorarne i limiti, cercando di individuare i tipi cellulari più facilmente plasmabili e “riprogrammabili”.
La possibilità di “far tornare indietro nel tempo” delle cellule, destinate a svolgere una singola funzione, apre la strada a numerosi scenari sia nel campo della ricerca di base che della medicina.
Si prospetta la possibilità di studiare numerosi tipi di patologie, soprattutto di tipo genetico, facendo “ringiovanire” le cellule del paziente e cercando di studiare meccanismi di sviluppo e cure mediante l’utilizzo di nuovi farmaci.
Sarà mai possibile riuscire a viaggiare nel tempo per poter tornare giovani? Ora gli scienziati che si occupano di reprogramming sono in grado di rispondere che con le cellule giuste si può.
References :
www.nobelprize.org
–    Gurdon JB (1962). Developmental Capacity of Nuclei Taken from Intestinal Epithelium Cells of Feeding Tadpoles. J Embryol Exp Morph.
–    Takahashi K, Yamanaka S (2006). Induction of pluripotent stem cells from mouse embryonic and adult fibroblast cultures by defined factors. Cell.

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