INFORMAZIONI MAGAZINE

ISCRIVITI
ALLA NOSTRA
NEWSLETTER

E ricevi in omaggio il nostro magazine sfogliabile

AREA DELLA DISCONTINUITA’ E CONFUSIONE: CHI SONO IO? … UNO, NESSUNO E CENTOMILA.

Area della Discontinuità e Confusione: Chi sono IO ? … Uno, Nessuno e Centomila.

 
Termina, con questo articolo, la rassegna dedicata alle quattro aree relazionali alle quali apparteniamo. Dopo aver esplorato l’ area della sicurezza, della solitudine e della dipendenza, ci occupiamo dell’area relazionale più dolorosa e traumatica che un bambino possa esperire: l’area della discontinuità e confusione.
Si tratta di persone che hanno precocemente esperito relazioni di accudimento (principalmente, da parte di padre e madre) profondamente discontinue, invalidanti e a tratti spaventose, talvolta con maltrattamenti fisici, abusi sessuali o gravi lutti irrisolti.
Il genitore, non solo non è stato presente e coerente nell’accudimento, ma confusivo e contradditorio, lanciando al bambino il duplice messaggio: “vieni qui e vai via”, cui è impossibile rispondere senza disattendere ad una delle due ingiunzioni.
Per questi bambini, protagonisti di un’impasse che nega loro la possibilità di avere accanto una figura che gli permetta di strutturare un senso di sé stabile e coerente cui riferirsi, come filo conduttore della propria unicità ed individualità, la paralisi e il blocco sono le uniche modalità in cui poter esistere.
Essi cresceranno senza sapere bene chi siano e senza la capacità di comprendere chi sia l’altro, impreparati a fidarsi degli adulti, perché nella loro esperienza sono stati troppo violenti o al contrario deboli, incapaci sia di mettere limiti che di dare supporto o semplicemente non in grado di prendersi cura di loro.
Talvolta sarà il gruppo, purtroppo deviante, a dar loro un senso di appartenenza e una “reputazione”, magari negativa, ma che fornisce una sorta di identità, aiutandoli a soffocare sentimenti come la rabbia e la disperazione, che si alternano a comportamenti autodistruttivi, finalizzati a non sentire l’angoscia del vuoto, del non sapere chi sono veramente.
Alcuni di questi ragazzi, aiutati in psicoterapia, manifestano livelli di sofferenza molto preoccupanti, accompagnati dall’amara consapevolezza e disillusione che nessuno se ne stia accorgendo, ma per tanti altri, l’essere accolti, compresi e il riconoscere che sono accettati per quello che sono, senza secondi fini, è la strada per cominciare a capire meglio se stessi e le altre persone, essere consapevoli delle conseguenze di quello che si fa, poter vivere la vita in maniera più ordinata, chiara e prevedibile.

Written by